Le origini di Sangemini sono incerte; si ritiene tuttavia che possa essere stata sede di una villa romana, attorno alla quale, nel corso del tempo si è andata formando un borgo, divenuto a seguito delle invasioni barbariche, fortificato, quale presunta conseguenza dell’abbandono e distruzione di Carsulae.
E’ soltanto nel corso dell’XI secolo che attraverso un atto ufficiale fatto da un canonico all’abbazia di Farfa che si parla di Sangemini.
Sangemini ha seguito le sorti del territorio circostante e nel 1229 risulta già essere sottomesso alla città di Todi. Sembra che nel 1241, l’Imperatore Federico II , dopo essere entrato in Terni ed a Todi, distrusse San Gemini. Ancora nel 1261, il castello risultava essere in guerra con la città di Todi per poi essere nel 1310 alleato col rettore del Ducato, con Amelia, Narni, Todi e Spoleto, contro Perugina. Nel 1329, San Gemini fu costretto a fare atto di sottomissione a Todi e, nel novembre dello stesso anno il vicario pontificio nelle Terre Arnolfe riprese possesso di San Gemini. Nel 1500, papa Sisto V, elevò San Gemini a rango di città, certamente il riconoscimento doveva coincidere con un rifiorire dell’attività culturale, sociale ed economica del borgo.
Da Giovanni Antonio Orsini, il feudo passò ai nipoti, duchi di Bracciano, i quali nel 1720 lo vendettero al Principe Scipione Poplicolo di Santa Croce, che ne’ ottenne la regolare investitura dal Papa con il titolo di Duca.
In questi anni furono restaurate le vecchie mura e furono costruiti il nuovo palazzo Comunale, l’acquedotto e le fognature.
Dal 1813, vi fu ospite il celebre scultore Antonio Canova, che vi acquistò un terreno in Valle Antica ed il Palazzo sovrastante la Piazza San Francesco.
N l 1847 di passaggio Papa Pio IX, concesse un’indulgenza a chiunque visitasse la chiesa e la tomba di santo Gemine. Una pagina recente della storia Sangeminese si apre nel 1897 con la nascita dell’azienda Acque Minerali di Sangemini, ancora oggi legate da indissolubile storia del Comune Umbro.